Etna: vino e vulcano, un legame inscindibile
Negli
ultimi anni i vini prodotti sulle pendici dell’Etna hanno riscosso un grande
successo.
Una
tradizione, quella della viticultura siciliana ed etnea, che ha
radici antichissime, addirittura antecedenti al Neolitico.
La
denominazione
Etna Doc
risale al 1968 ed è stata la prima denominazione siciliana e una
delle prime a essere riconosciuta in Italia; il 27 settembre 2011 il
disciplinare per la produzione dei vini a denominazione di origine
controllata “Etna” è stato rivisto con
l’inserimento di 133 Contrade, equivalenti
a
UGA-Unità
Geografiche Aggiuntive.
Nel
2023 è stato avviato il procedimento per il riconoscimento della
DOCG Etna.
La
zona produttiva
è nella provincia di Catania e comprende 20 comuni, in un’area
collinare limitrofa al vulcano che si estenda da nord a sud-ovest, a
una quota variabile tra i 300 e i 1.000 metri s.l.m..
Caricante,
Cataratto, Minnella, Nerello Mascalese e
Nerello Cappuccio sono i vitigni
autoctoni utilizzati per produrre i vini della denominazione: Etna
bianco, Etna bianco superiore, Etna rosso (anche Riserva),
Etna rosato e
Etna spumante.
Vini
unici dalle caratteristiche inimitabili date dal rapporto
inscindibile con il vulcano. Condizioni
pedoclimatiche (in particolari le notevoli escursioni termiche) e
terreni di origine vulcanica danno luogo a condizioni ottimali per la
produzione vitivinicola, oggi sfruttate sapientemente da una nuova
generazione di vignaioli attenti e capaci che si sono giustamente
guadagnati la ribalta nazionale e internazionale.
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